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VOUCHER DIGITALIZZAZIONE PMI ANNO 2018

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Cos'è:

E' una misura agevolativa per le micro, piccole e medie imprese che prevede un contributo, tramite concessione di un "voucher" , di importo non superiore a 10 mila euro, finalizzato all'adozione di interventi di digitalizzazione dei processi aziendali e di ammodernamento tecnologico.
Cosa finanzia:

Il voucher è utilizzabile per l'acquisto di software, hardware e/o servizi specialistici che consentano di:
migliorare l'efficienza aziendale;
modernizzare l'organizzazione del lavoro, mediante l'utilizzo di strumenti tecnologici e forme di flessibilità del lavoro, tra cui il telelavoro;
sviluppare soluzioni di e-commerce;
fruire della connettività a banda larga e ultralarga o del collegamento alla rete internet mediante la tecnologia satellitare;
realizzare interventi di formazione qualificata del personale nel campo ICT. Gli acquisti devono essere effettuati successivamente alla prenotazione del Voucher.
Per presentare la domanda, l' impresa deve disporre di un indirizzo di posta certificata e della firma digitale del legale rappresentante, poichè la presentazione avverrà esclusivamente per via telematica.
TIPOLOGIA CONTRIBUTO

A ciascun soggetto sarà riconosciuto un voucher di importo non superiore a 10.000 euro, nella misura massima del 50% del totale delle spese ammissibili e nei limiti delle risorse finanziarie. Il Ministero effettuerà il riparto dei fondi, nel caso in cui l' importo complessivo dei voucher concedibili sia superiore all' ammontare delle risorse disponibili (100 Milioni).
Come funziona

Le domande potranno essere presentate dalle imprese, esclusivamente tramite procedura informatica, a partire dalle ore 10.00 del 30 gennaio 2018 e fino alle ore 17.00 del 9 febbraio 2018. Già dal 15 gennaio 2018 sarà possibile accedere alla procedura informatica e compilare la domanda. Per l'accesso è richiesto il possesso della Carta nazionale dei servizi e di una casella di posta elettronica certificata (PEC) attiva e la sua registrazione nel Registro delle imprese.

Cybercriminali e criptomonete

undefinedLe criptomonete sono la manna dal cielo per i cybercriminali. I ransomware cifrano i dati degli utenti e richiedono un riscatto da pagare in criptomonete; solo dopo aver inviato il pagamento il cybercriminale (forse) invia la chiave per decifrare e ripristinare i file. 

Niente da spartire con nessuno, il wallet non può essere bloccato e, soprattutto, nessuno può essere acciuffato nel momento dell’incasso. I Bitcoin non sono del tutto anonimi, ma i cybercriminali possono utilizzare criptomonete alternative come Monero o Zcash senza avere il timore di essere rintracciati.

Far soldi in questo modo è diventato così facile che è normale che i ransomware si siano diffusi così tanto.

Il “mining” (accaparrare nuove critpomonete mediante calcoli lunghi e complessi) è un’ulteriore azione criminale piuttosto diffusa. Un Trojan miner, a differenza di un Trojan cryptor, non cifra nulla ma effettua in segreto l’operazione di mining, sfruttando l’elettricità e la potenza computazionale della vittima. Tra le due opzioni indicate, quest’ultima è il male minore, gli utenti possono considerarsi fortunati se i loro computer vengono utilizzati per il mining occulto e non vengono cifrati dei dati di valore.

Gli sviluppatori più scaltri hanno iniziato a inserire miner nei propri software. Da quel momento in poi tutto è diventato più semplice: gli utenti possono essere coinvolti a loro insaputa in uno schema di mining solamente visitando un sito che obbliga a scaricare uno script.

Tale novità sta davvero rivoluzionando la maniera di fare soldi online. 

Ma non finisce qui. Dopo aver hackerato una popolare risorsa, non c’è bisogno di sfruttare le vulnerabilità nel software del visitatore e infettarlo con un malware; si può fare soldi con tutto. È molto più semplice, e più redditizio, caricare uno script sul sito hackerato che costringa i computer dei visitatori al mining diretto al cryptowallet dell’hacker.

I cybercriminali sono più propensi a passare a quest’ultimo metodo.

Quindi= antivirus sempre attivo!!

 

(fonte:https://www.kaspersky.it/blog/from-ransomware-to-webminers/14679/)

Bitcoin? Breve guida alla criptovaluta sulla punta della lingua di tutti

Tutti parlano di BITCOIN, noi vogliamo fornirvi una piccola guida, partendo dai vantaggi e dagli svantaggi che offre bitcoin per poi spiegarvi nel dettaglio ( ma non troppo) come funziona questa moneta virtuale.

Certi di far cosa utile, vi segnaliamo anche il sito ufficiale  italiano di Bitcoin:

https://bitcoin.org/it/

 

Vantaggi:

1. I bitcoin sono una vera innovazione.

2.Il processo dei pagamenti non è centralizzato.

3. Non viene fatta pagare alcuna tassa. 

Svantaggi:

 

1. I bitcoin sono oro zecchino per diverse azioni illegali. Il traffico di armi e droga, la corruzione e l’estorsione sono diventati semplici da gestire perché le transazioni sono molto difficili da tracciare e impossibili bloccare.

2. Per azioni legali, il decentramento e l’anonimato sono inutili e anche pericolosi. Abbiamo usato Visa/MasterCard, bonifici bancari e PayPal/WebMoney per anni.

3. Alla gente non piacciono i bitcoin perché il loro prezzo aumenta costantemente. L’economia tradizionale è regolata da una banca centrale, che controlla che il volume del denaro disponibile corrisponda al volume dei beni e dei servizi, facendo in modo che questi ultimi siano più economici nel tempo. Così come per i bitcoin, questo processo è falsato: il prezzo dei bitcoin aumenta continuamente e repentinamente, e questo vuol dire che spenderli in beni non è redditizio; meglio spendere denaro vero e lasciare i bitcoin per dopo (o, meglio, per sempre).

4. I pagamenti sono anonimi, fornendo un nome digitale che non può essere tracciato da quello reale. 

5. Una volta effettuata una transazione, questa non può essere stornata 

Cosa serve per 'minare' bitcoin?

Un pc con molta potenza di calcolo motivo per cui, onde evitare di “fondere” il PC, è bene munirsi di dispositivi appositi o di orientarsi verso altre tecniche meno dannose per il computer, a tal fine, vi segnaliamo l'articolo di Salvatore Aranzulla per sapere come ottenere bitcoin:

https://www.aranzulla.it/come-minare-bitcoin-1020318.html

Come funziona blockchain?

Ogni utente che partecipa alla rete Bitcoin possiede un portafoglio che contiene un numero arbitrario di coppie di chiavi crittografiche.

Le chiavi pubbliche, o "indirizzi bitcoin", fungono da punti d'invio o ricezione per tutti i pagamenti. Il possesso di bitcoin implica che un utente può spendere solo i bitcoin associati con uno specifico indirizzo. La corrispondente chiave privata serve ad apporre una firma digitale a ogni transazione facendo in modo che sia autorizzato al pagamento solo l'utente proprietario di quella moneta. La rete verifica la firma utilizzando la chiave pubblica.

Se la chiave privata viene smarrita, la rete Bitcoin non potrà riconoscere in alcun altro modo la proprietà del denaro: la relativa somma di denaro sarà inutilizzabile da chiunque e, quindi, da considerarsi persa in modo irrimediabile.


Transazioni


I bitcoin contengono la chiave pubblica del loro proprietario (cioè l'indirizzo). Quando un utente A trasferisce della moneta all'utente B rinuncia alla sua proprietà aggiungendo la chiave pubblica di B (il suo indirizzo) sulle monete in oggetto e firmandole con la propria chiave privata. Trasmette poi queste monete in un messaggio, la "transazione", attraverso la rete peer-to-peer. Il resto dei nodi validano le firme crittografiche e l'ammontare delle cifre coinvolte prima di accettarla.

La catena dei blocchi e le conferme

Ogni volta che viene effettuata una transazione, essa parte nello stato di "non confermata"; diventerà "confermata" solo quando verificata attraverso una lista di marcatura oraria gestita collettivamente di tutte le transazioni conosciute, la "catena dei blocchi".

In particolare, ogni nodo "generatore" raccoglie tutte le transazioni non confermate che conosce in un "blocco" candidato, un file che, tra le altre cose, contiene un hash crittografico del precedente blocco valido conosciuto a quel nodo. Prova poi a riprodurre un hash di quel blocco con determinate caratteristiche, uno sforzo che richiede in media una quantità definibile di prove da dover effettuare. Quando un nodo trova tale soluzione la annuncia al resto della rete, i peer che ricevono il blocco ne controllano la validità prima di accettarlo e poi aggiungerlo alla catena.

Generazione dei bitcoin

La rete Bitcoin crea e distribuisce in maniera completamente casuale un certo ammontare di monete all'incirca sei volte l'ora ai client che prendono parte alla rete in modo attivo, ovvero che contribuiscono tramite la propria potenza di calcolo alla gestione e alla sicurezza della rete stessa. L'attività di generazione di bitcoin viene spesso definita come "mining", un termine analogo al gold mining (estrazione di oro). La probabilità che un certo utente riceva la ricompensa in monete dipende dalla potenza computazionale che aggiunge alla rete relativamente al potere computazionale totale della rete.

Inizialmente il client stesso si occupava di svolgere i calcoli necessari all'estrazione dei Bitcoin, sfruttando la sola CPU. Con l'aumentare della potenza di calcolo totale della rete e a seguito della natura competitiva della generazione di bitcoin, questa funzionalità è diventata antieconomica ed è stata rimossa. Dal momento che la quantità di operazioni mediamente necessarie a chiudere con successo un singolo blocco è diventata talmente elevata da richiedere grandi quantità di risorse in termini di energia elettrica e potenza computazionale, la maggior parte dei minatori si unisce in "gilde" chiamate mining pool dove tutti i partecipanti mettono in comune le proprie risorse, spartendosi poi i blocchi generati in funzione del contributo di ognuno.

Il numero di bitcoin creati per blocco era inizialmente di 50 BTC (aggiunti agli eventuali costi delle singole transazioni). Tale quantità è stata programmata per diminuire nel tempo secondo una progressione geometrica con un dimezzamento del premio ogni 4 anni circa. Così dimensionata, questa serie comporta che in totale verranno creati esattamente 21 milioni di bitcoin nel giro di 130 anni circa, con l'80% degli stessi creati nei primi 10 anni. A partire dal 28 novembre 2012, la ricompensa è passata a 25 BTC per blocco, e così sarà per i successivi 4 anni. Con la progressiva riduzione della ricompensa di generazione nel tempo, la fonte del guadagno per i minatori passerà dalla generazione della moneta alle commissioni di transazione incluse nei blocchi, fino al giorno in cui la ricompensa cesserà di essere elargita: per allora l'elaborazione delle transazioni verrà ricompensata unicamente dalle commissioni di transazione stesse.
Tanto più è alta la commissione tanto più è probabile che venga inclusa nel primo blocco estratto, accelerando quindi la prima conferma. Gli utilizzatori hanno dunque un incentivo a includere tali commissioni, perché ciò significa che la transazione sarà probabilmente elaborata più rapidamente: ogni minatore ha la libertà di scegliere quali transazioni includere nel blocco che sta elaborando, che ha una dimensione massima prefissata dal protocollo, e che quindi sarà invogliato a includere per prime le transazioni con commissioni maggiori.

Tutti i nodi della rete competono per essere i primi a trovare una soluzione di un problema crittografico che riguarda il blocco candidato, un problema che non può essere risolto in altri modi che tramite bruteforce e che quindi richiede sostanzialmente un enorme numero di tentativi. Quando un nodo trova una soluzione valida l'annuncia al resto della rete attribuendosi contemporaneamente i bitcoin in premio previsti dal protocollo, i nodi che ricevono il nuovo blocco lo verificano e lo aggiungono alla loro catena, ricominciando il lavoro di mining al di sopra del blocco appena ricevuto.

Dal punto di vista tecnico il processo di mining non è altro che un'operazione di hashing inverso: determinare un numero (nonce) tale per cui l'hash SHA-256 di un insieme di dati rappresentante il blocco sia inferiore a una soglia data. Questa soglia, chiamata difficoltà, è ciò che determina la natura concorrenziale del mining di bitcoin: più potenza di calcolo viene aggiunta alla rete bitcoin e più questo parametro aumenta, aumentando di conseguenza il numero di calcoli mediamente necessari a creare un nuovo blocco e aumentando quindi il costo di creazione dello stesso, spingendo i nodi a migliorare l'efficienza dei loro sistemi di mining per mantenere un bilancio economico positivo. L'aggiornamento di questo parametro avviene ogni 14 giorni circa, dimensionandosi in modo che un nuovo blocco venga generato in media ogni 10 minuti.

 

(fonti: Wikipedia e https://www.kaspersky.it/blog/mining-easy-explanation/13996/)

 

2019: in arrivo Toshiba SCiB, la super batteria che si carica in 6 minuti

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Toshiba sta continua a lavorare sulla batteria all'ossido di litio titanio, SCiB. L'ultima versione riesce a raggiungere il 100% di carica in 6 minuti.Sul mercato potrebbero arrivare nel 2019.

Ecco i punti di forza di queste super batterie:

-bassissimo coefficiente di rischio di incendio o di esplosione ;

-non si degradano nemmeno durante cicli di ricarica a -30°C;

-durano a lungo;

Il costo? Ancora sconosciuto.

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